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Da Cabrini a Collovati: cosa aspettarsi dagli azzurri a questi Europei

La tensione sale, il momento in cui la competizione finalmente prende il via si sta avvicinando a grandi passi. Stiamo parlando degli Europei e dell’avventura della Nazionale di Roberto Mancini, che con grande entusiasmo sta cercando di portare i suoi ragazzi nella miglior condizione possibile per affrontare al meglio questo grande evento.

Ai microfoni del portale di scommesse Euro 2020 Betway, ecco che hanno parlato due grandissimi protagonista della storia del calcio azzurro, ovvero Fulvio Collovati e Antonio Cabrini. Un’intervista decisamente interessante, a tratti anche divertente, che è stata pubblicata sul blog sportivo L’insider, in cui l’ex milanista è l’intervistatore e l’ex terzino della Juve è l’intervistato. In realtà, si potrebbe considerare più come una vera e propria chiacchierata tra amici.

Le differenze tra Europei e Mondiali

L’Italia, secondo Cabrini, è nel gruppetto delle quattro possibili semifinaliste. Il problema è che poi il rammarico, qualora l’avventura dovesse interrompersi, sarebbe molto grande. Che cosa rappresenta la maglia della Nazionale? Per l’ex difensore bianconero, vestire questa maglia ha un senso particolare, non soltanto indossarla vuol dire giocare a calcio, ma rappresentare la propria nazione, diventando un punto di riferimento.

Nel corso degli ultimi quarant’anni, l’Italia è stata due volte Campione del Mondo, ma agli Europei ha sempre fatto fatica. Secondo Cabrini, in un Campionato Europeo, spesso e volentieri ci sono squadre più forti rispetto a quanto avviene in un campionato del mondo. Con squadre poco conosciute, gironi più semplici, è un po’ meno complicato fare un buon percorso rispetto a quanto avviene agli Europei.

Mancini ha fatto un ottimo lavoro, per tutto quello che ha fatto in questi tre anni da quando ha preso in mano gli azzurri. Secondo Cabrini, il ct italiano inizialmente ha avuto notevoli difficoltà nel costruire la squadra, ma non per l’assenza di giocatori adatti. All’inizio ha puntato su giovani sconosciuti, ma soprattutto ha avuto la grande difficoltà di convocare dei ragazzi che nei loro club di appartenenza restavano in panchina. Giocando pochi spezzoni nel campionato italiano, è chiaro che, poi, in un campionato europeo si fa fatica. Con il passare del tempo, Mancini ha avuto il merito di crescere e plasmare questi giovani, aiutandoli a diventare titolari nelle proprie compagini.

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L’Italia potrebbe essere una delle favorite?

Da come ha giocato nel corso degli ultimi due anni, l’Italia potrebbe esserlo. Per Cabrini la sfida passa sempre dalle solite tre o quattro squadre, ovvero Francia, Inghilterra e Germania. In questo gruppetto di ipotetiche vincitrici, Cabrini vedrebbe bene anche la Nazionale di Roberto Mancini. Per Collovati, invece, il Belgio potrebbe rappresentare una seria candidata alla vittoria finale dell’Europeo, una selezione formata da giocatori che possono fare la differenza in questo Campionato Europeo.

Il fatto che questi Europei siano itineranti, potrebbe essere un problema? È la prima edizione che si svolge in questo modo, ma nel futuro saranno sempre così. Cabrini è più preoccupato per il periodo legato all’emergenza pandemica e non tanto al fatto di doversi spostare. Uno stadio dove ci sono poche persone non dà gli stessi stimoli di uno che, invece, è stracolmo o tutto esaurito. Le differenze sono importanti, visto che i tifosi possono trascinare e fare la differenza. Secondo Cabrini è inevitabile che i giocatori dicano che sono dei professionisti e che svolgano il proprio lavoro, ma è solo un modo di allontanare il problema. Certi risultati, anche in Italia, sono stati un po’ anomali e la mancanza di pubblico può aver influito notevolmente. In Serie A ritmi troppo bassi rispetto alla Premier League? A livello di Nazionale per Cabrini questo gap non c’è, dato che negli ultimi due anni gli azzurri di Mancini hanno tenuto sempre un ritmo abbastanza alto, sfruttando giocatori che hanno una notevole rapidità di gioco.