Insiste
La navicella spaziale Mars Express ha catturato immagini di impronte di ragni sulla superficie di Marte. La verità dietro queste formazioni può essere sorprendente.
FRANCOFORTE – La questione se esista vita su Marte è un argomento centrale nella ricerca sul pianeta rosso. Ad esempio, il rover Perseverance della NASA sta esplorando Marte alla ricerca di prove della vita passata. L'Agenzia spaziale europea (ESA) ha ora ripreso questa discussione. Con un certo sorriso Lo rende noto l'Autorità sul proprio sito: “Segni di ragni su Marte”.
L’Agenzia spaziale europea afferma sul suo sito web che la sua navicella spaziale Mars Express ha catturato immagini di “scie di ragni” sparse nella regione polare meridionale di Marte. La sonda ha recentemente inviato immagini uniche del Pianeta Rosso. Ma l’agenzia spaziale ha subito chiarito: “Queste piccole strutture scure non sono veri ragni, ma piuttosto sorgono quando il sole primaverile cade sugli strati di anidride carbonica depositati nei bui mesi invernali”.
“Tracce di ragni” è qualcosa di completamente diverso
La luce solare fa sì che il ghiaccio di anidride carbonica sul fondo dello strato si trasformi in gas. Questo gas sale e penetra negli strati di ghiaccio sovrastanti. “In una sorgente marziana, il gas fluisce verso l'esterno, strappando materiale scuro in superficie e rompendo strati di ghiaccio spessi fino a un metro”, dice Esa.
Il gas scuro carico di polvere spara attraverso le fessure del ghiaccio sotto forma di alte fontane o geyser prima di ritirarsi e depositarsi in superficie. Ciò porta alla formazione di macchie scure che vanno da 45 metri a 1 chilometro di diametro. Questo è anche il modo in cui vengono creati i modelli “a forma di ragno”. Dal punto di vista dell’immagine dell’ESA, diventa chiaro che gli oggetti apparentemente simili a ragni sono in realtà molto più grandi.
2 giugno 2003 |
Dicembre 2003 |
In corso |
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I “ragni” su Marte si trovano vicino alla “Città Inca”
I “ragni” catturati dalla telecamera Mars Express si trovano proprio sul bordo di una parte di Marte che i ricercatori chiamano “Città Inca” – una rete lineare quasi geometrica di creste montuose che si dice assomiglino alle rovine Inca. La città Inca, conosciuta come il Labirinto di Angustus, fu scoperta nel 1972 dalla sonda Mariner 9 della NASA.
“Non sappiamo ancora esattamente come sia nata la città Inca”, spiega Isa. È possibile che le dune di sabbia si siano trasformate in pietra nel tempo. “È possibile che materiali come il magma o la sabbia siano filtrati attraverso gli strati fratturati della roccia marziana”. Possono però anche essere chiamati “esker”, strutture sinuose collegate ai ghiacciai. (confezione/compressa)
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