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Femminicidio in Italia: “Non un’altra donna assassinata”

Femminicidio in Italia: “Non un’altra donna assassinata”

In Italia si scende in piazza contro il femminicidio. La maggior parte delle donne viene uccisa dal proprio partner o ex. La cultura dello sciovinismo deve essere cambiata.

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La recente uccisione di una studentessa di 22 anni da parte del suo ex fidanzato ha messo in luce il problema della violenza contro le donne in Italia e ha scatenato un acceso dibattito in tutto il Paese.

Dall’inizio dell’anno in Italia sono state uccise più di 100 donne. Questi omicidi vengono spesso definiti femminicidi. Il termine femminismo si riferisce all’uccisione di una donna a causa del suo genere. È molto difficile stimare il numero totale di questi omicidi nel resto d’Europa per diverse ragioni. Possiamo però dire che l’Italia non è il Paese con il maggior numero di femminicidi nell’Unione Europea.

Tuttavia, il caso è diventato il centro di una tempesta sui social media che deve ancora finire. Il primo ministro Giorgia Meloni ha promesso di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione e, di conseguenza, il parlamento italiano ha approvato una nuova legge che prevede una maggiore protezione per le donne.

Diverse proteste e veglie si sono svolte in tutta Italia, con una manifestazione prevista per sabato nella capitale, Roma. Il 25 novembre è la giornata contro la violenza sulle donne. Abbiamo parlato con un esponente del movimento “Non Una di Meno” che ha contribuito all’organizzazione della manifestazione.

Benedetta Rossi dell’organizzazione “Non Una di Meno”: “Penso che siamo arrivati ​​ad un punto di svolta. Sempre più persone sono consapevoli del problema, e penso che sempre più persone si uniranno alle nostre lotte d’ora in poi. Noi sempre. Ancora una volta sentiamo tante promesse “Non si sta facendo abbastanza per affrontare il problema. Tutto ciò che stanno facendo è aumentare le protezioni non risolverà il problema. Ciò che dobbiamo fare è creare nuova consapevolezza per affrontare questo problema e capire che questo sistema patriarcale la cultura è parte di un sistema che opprime le donne.”

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