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Battere i tifosi del Napoli: sfondamento in curva B – Sport

Battere i tifosi del Napoli: sfondamento in curva B – Sport

Da 33 anni aspettano a Napoli per apoteosire, almeno calcisticamente, il terzo scudetto nella storia della Società Sportiva Calcio, il primo nel tempo dopo e senza Diego Armando Maradona. E ora che il desiderio si sta lentamente ma molto probabilmente realizzando, e alcuni addirittura superano la loro superstizione e dipingono di azzurro strade, scale e muri di casa, sì, proprio in questo punto di attesa prima della grande festa, i partigiani napoletani organizzati immergi le curve della felicità nel caos. La polizia è preoccupata, la Procura sta indagando.

I giornali italiani discutono del “paradosso napoletano”. IL Gazzetta dello Sport Titoli un po’ in preda al panico: “Napoli – c’è un festival in corso qui?” Oltre alle immagini delle battaglie selvagge tra gli ultras alla Curva B dello Stadio Maradona di domenica sera. Il giornale ha persino invitato l’attore Salvatore Esposito “Jenny” della serie TV “Gomorra”, per catturare emotivamente questo momento.

“Quello che è successo mi fa più male della sconfitta contro il Milan”, ha detto. E questa sconfitta, indimenticabile 0: 4 contro i campioni in carica e avversari nei quarti di finale di Champions League, porta di per sé un grande dolore.

Ma ora si va in scena in curva B. La curva ribolliva già prima della partita. Ancora una volta gli ultrà napoletani hanno dovuto lasciare a casa il loro equipaggiamento: striscioni, bandiere, megafoni e tamburi. O meglio ancora, avrebbero potuto portarli con sé se fossero stati disposti a richiedere il permesso in anticipo. Questo è stato richiesto dalla Federcalcio e dalla polizia sin dalla serie di disordini, e il club sostiene la misura. Ma gli Ultras sono così stupidi che pensano che Al Qaeda sia solo molestia. E così si è tornata alla strana situazione che ai tifosi arrivati ​​è stato permesso di fare baccano con i loro strumenti, mentre le curve napoletane sono rimaste sbandierate e prive di megafoni.

I romani, I soccorritori, Personalità motivazionale: Produttore cinematografico Aurelio De Laurentiis, Titolare e Presidente della Società.

(Foto: Peter Chibora/Action Images via Reuters)

Appena iniziata la partita, un gruppo di tifosi della Curva B ha lanciato insulti ad Aurelio De Laurentiis, proprietario e presidente del club. C’erano parolacce senza senso. Il produttore cinematografico rumeno, 73 anni, non è mai stato così bravo con i fan, non dall’inizio. De Laurentiis ha rilevato il club nel suo momento più buio, nel 2004, subito dopo il fallimento e la retrocessione in Serie C. Nel giro di pochi anni è riuscito a riportare in alto il club. Agli occhi di molti fan, però, Il Romano è rimasto un outsider per l’impopolare Dc: sempre un po’ arrogante, a volte insensibile. Ha nominato la sua famiglia, moglie e figli nel consiglio di amministrazione. Non aveva sede assembleare a Napoli, e nemmeno un ufficio in città.

Quello che conta sono gli affari, ei numeri sono ciò che rappresenta De Laurentiis. Negli anni ha aumentato esponenzialmente i prezzi dei biglietti e degli abbonamenti e non ha rinunciato alla sua politica quando il malcontento è cresciuto. I prezzi della Champions League sono ormai così alti che molti napoletani non possono più permetterseli. De Laurentiis ha tolto i privilegi agli Ultras, abituati a trattamenti di favore, come biglietti e viaggi in trasferta. Quando si comportano male, il che è molto comune, affronta il problema molto francamente.

Hashtag #A16: Vogliono che De Laurentiis vada al Bari, dove possiede anche il club cittadino

Insomma Napoli non è mai stata così idilliaca. Poi, quando la scorsa estate De Laurentiis ha ceduto alcuni giocatori di alto profilo e li ha sostituiti con altri meno conosciuti, la sua opposizione in città si è sicuramente rafforzata. E ha lanciato l’hashtag #a16. A16, questo è il nome dell’autostrada da Napoli a Bari. A De Laurentiis appartiene anche il Bari di serie B. Lui lo ama Presidente Anche essere italiano, cosa sempre più rara nel Calcio, e forse aver riabilitato il Napoli in termini sportivi: “ADL”, il suo acronimo, è rimasto antipatico a molti, anche se si sospettava – dovesse andare al Bari. Su cosa non possono contare: La squadra sempre salvata gioca un calcio fantastico ed efficiente, sia in Italia che in Europa. Nel campionato italiano, il Napoli guida la classifica dopo 28 partite, con 16 punti di vantaggio sulla Lazio.

Si potrebbe pensare che alla lunga qualsiasi opposizione crollerebbe. Ma erano di nuovo lì in Curva B e cantavano contro il boss, tra l’altro in una partita decisiva. Ma alcuni ultras si sono opposti perché hanno accettato una protesta silenziosa. E così i tifosi irriducibili si sono battuti a vicenda con tale forza che il resto dello stadio ha guardato incredulo e poi ha fischiato ai loro ultras. Dopodiché puoi ascoltare solo il settore degli ospiti. Sconfitta nella sconfitta, dolore nel dolore.

Gli inquirenti stanno ora studiando le registrazioni video dello stadio per capire nel dettaglio la dinamica. Alcune persone sono state identificate e impedite loro di entrare nello stadio. Si temono le prossime partite, dentro e intorno allo stadio. Ci si preoccupava persino di cosa sarebbe successo al festival, anche se fosse stato matematicamente assicurato. Sembra che il club voglia far pagare l’ingresso per la festa principale in Piazza del Plebiscito, il salotto del Napoli. Ciò sarebbe ovviamente di nuovo molto insensibile, vicino alla provocazione. Ma la città è grande, ogni piazza è un teatro, ogni vicolo è un corso – e nessun cuore è una prigione.

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