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Ristorante Überlingen condannato a 20 anni di carcere

All’inizio del 2021, la polizia ha arrestato diverse persone in un grande raid a Überlingen. Un processo a Torino (Italia) ha ora emesso un verdetto, dopo il quale un uomo che ha gestito un ristorante a Überlingen fino al 2021 deve essere incarcerato per 20 anni. Tuttavia, il verdetto non è ancora definitivo.

Tra l’altro, è stato accusato di lavorare per l’organizzazione mafiosa “Entrangheta”. Secondo la procura di Costanza, Sebastiano G. è stato condannato a 20 anni di reclusione dal tribunale di Torino per contrabbando di diverse centinaia di chilogrammi di cocaina dai Paesi Bassi alla Germania e per evasione dell’imposta sulle vendite per circa due milioni di euro.

Cooperazione con la mafia

Fino all’inizio dell’anno scorso gestiva una locanda sul lungolago di Oberlingen. Secondo il tribunale di Torino, Sebastiano G. Era anche il capo della “Entrangetta”, un’organizzazione mafiosa italiana nel sud della Germania.

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Oltre a lui, altri 17 condannati hanno ricevuto lunghe pene detentive. Durante il raid della mattina del 5 maggio 2021, unità di polizia tedesche e italiane hanno eseguito numerosi mandati di arresto e condotto perquisizioni in numerose località dall’Italia meridionale alla Germania settentrionale. Particolare attenzione è stata posta anche nella regione del Lago di Costanza, in cui è stata particolarmente coinvolta la polizia criminale di Friedrichshafen presso il quartier generale della polizia di Ravensburg. Sono state sequestrate ampie prove tra cui supporti dati, telefoni cellulari, documenti aziendali, stupefacenti, denaro contante e oggetti di valore.

Raid nel maggio 2021

L’operazione congiunta, nota come “Operazione Platino”, era diretta contro un gruppo associato alla criminalità organizzata italiana e individui con legami d’affari con questo gruppo. Gli inquirenti valutano riferimenti alla “`Ndrangheta” calabrese.

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Un totale di 80 persone sono state accusate in entrambi i paesi. All’epoca le indagini “hanno mostrato l’approccio metodico, professionale e cospirativo del gruppo nei confronti di entrambe le aree di criminalità. Da un lato, la cocaina viene trasportata e commercializzata in grandi quantità dai Paesi Bassi all’Italia. C’erano indicazioni di collegamenti diretti con i signori della droga colombiani nei Paesi Bassi e in Spagna, il che potrebbe spiegare il commercio di cocaina su larga scala. Il secondo ‘modello di business’ del gruppo in Germania – secondo l’accusa – riguardava l’evasione fiscale su larga scala. “A tale scopo, il cibo viene importato dall’Italia e fornito a ristoranti e negozi di alimentari italiani in tutta la Germania, direttamente o tramite intermediari”, ha detto all’epoca il pubblico ministero.