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“Quasi tutte le aziende vogliono tornare in Russia”

“Quasi tutte le aziende vogliono tornare in Russia”

Il divieto dell’Unione europea sulle importazioni da cittadini russi sta suscitando polemiche. Secondo il Regolamento sulle sanzioni anti-Russia n. 833/2014, l’importazione di automobili per scopi commerciali e turistici non è consentita. Anche molti oggetti personali come telefoni cellulari, computer portatili, valigie e persino cosmetici non possono attraversare i confini dell’UE. Tuttavia, non tutti i paesi dell’UE sembrano essere d’accordo con questo.

Martedì sera la Commissione europea ha confermato il divieto imposto su tutte le merci provenienti dalla Federazione Russa in un nuovo foglio informativo presentato alle autorità doganali. Secondo quanto riferito, le dogane tedesche hanno già confiscato auto russe in precedenza, e anche Lituania e Lettonia hanno vietato l’importazione di tali veicoli poco dopo il chiarimento dell’UE. Il codice penale è in vigore da molto tempo ed è stato modificato l’ultima volta il 23 giugno 2023.

Tuttavia, non tutti gli Stati membri dell’UE sembrano pronti ad attuare questo regolamento. Martedì, ad esempio, il Ministero degli Esteri finlandese ha annunciato che la normativa UE in materia non è stata ancora attuata. Ha aggiunto che potrebbero seguire altre decisioni. Al momento è difficile prevedere se altri paesi aderiranno o meno. In definitiva, spetta alle autorità nazionali decidere come e se necessario confiscare i beni russi.

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L’Italia non attuerà il regolamento UE?

In un’intervista al quotidiano russo Izvestia Il presidente dell’Associazione degli imprenditori italiani in Russia (GIM-Unimpresa), Vittorio Tormbini, ha espresso preoccupazione per la rigida regolamentazione dell’UE. “L’Italia sicuramente non lo attuerà”, ha detto Tormbini, descrivendo il regolamento come una “provocazione” da parte della Commissione Europea. Pertanto, i cittadini russi che viaggiano in Italia non dovrebbero preoccuparsi.

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Tormbini ha affermato che molte aziende italiane che hanno lasciato la Russia dal 24 febbraio 2022, stanno valutando la possibilità di riprendere le proprie attività nell’Unione non appena la situazione lo consentirà. Da febbraio 2022, l’Italia ha perso circa il 35% delle sue esportazioni verso la Russia. Tormbini ha sottolineato che il mercato russo è importante per le aziende italiane e che sono stati fatti investimenti importanti che non devono essere abbandonati.

“Quasi tutte le aziende vogliono tornare in Russia”

“Siamo preoccupati per tutte le sanzioni e contro-sanzioni”, ha detto Tormbini. Le aziende sono sotto pressione da parte della Banca Centrale Europea, del mercato finanziario globale e dei media. “Molte delle nostre aziende tacciono e cercano di nascondersi per evitare di essere coinvolte in questa caccia”, ha detto Torrembini.

Secondo lui, alcune aziende che hanno lasciato la Russia dopo l’attacco all’Ucraina si sono pentite della loro decisione. “Quasi tutti vogliono tornare”, ha detto Tormbini. Ciò includeva in particolare aziende del settore petrolifero e del gas, come Maire Tecnimont e Saipem, che avevano contratti per miliardi di euro. “Non credo che gli azionisti di queste società non vogliano tornare”, ha detto Torrembini.

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