La Commissione dell’Unione Europea ha aperto un procedimento contro Meta. Bruxelles accusa Meta di progettare i servizi interni in un modo che potrebbe portare a comportamenti di dipendenza nei bambini e nei giovani.
La Commissione europea apre un procedimento contro Meta, la società madre di Facebook e Instagram, per sospetta violazione della protezione dei minori. L’Autorità di Bruxelles ha annunciato oggi che si teme che i servizi di social media siano progettati in modo tale da portare a comportamenti di dipendenza nei bambini.
Si teme che gli algoritmi di piattaforme come Instagram siano progettati in modo da creare il cosiddetto effetto tana del coniglio. Ciò significa che ti perdi così tanto in un argomento che non riesci a trovare la via d’uscita, simile al personaggio principale della storia “Alice nel paese delle meraviglie”. Gli algoritmi potrebbero teoricamente riconoscere e sfruttare questi modelli comportamentali in modo che gli utenti trascorrano più tempo sulla piattaforma.
non efficace Controlli sull’età
Secondo la nuova legge UE sui servizi digitali, la legge sui servizi digitali (DSA), le piattaforme online devono, tra le altre cose, garantire una protezione speciale ai minori. È vietato indirizzarli con annunci basati su informazioni personali. È inoltre necessario valutare e mitigare i rischi che sfruttano le vulnerabilità e l’inesperienza dei minori e provocano comportamenti di dipendenza.
La Commissione dubita che Meta rispetti adeguatamente queste norme relative alla tutela dei minori. Anche i metodi di controllo dell’età adottati dall’azienda sono motivo di preoccupazione. Questo potrebbe non essere efficace. La commissione ora vuole continuare a raccogliere prove, ad esempio attraverso interviste.
All’avvio della procedura viene esaminato solo il sospetto e l’esito non è ancora stato determinato. La commissione aveva già avviato il procedimento contro Meta a fine aprile. Ciò si riferisce al sospetto che l’azienda non abbia rispettato la DSA quando si occupa di pubblicità politica. A causa della legge, le piattaforme non solo devono aderire a regole più severe per proteggere i minori, ma anche intraprendere azioni più rapide e più incisive rispetto a prima contro i contenuti illegali come l’odio e l’incitamento all’odio online. Altrimenti rischiano pesanti multe.
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